La Sottile Linea Rosa
La sottile linea rosa
La sottile linea del titolo è quella che unisce le donne protagoniste dei film di questo ciclo declinato al femminile. La rassegna si concentra sui ritratti di tre donne molto diverse tra loro, ma diversi sono anche i contesti sociali ed il tempo in cui queste si muovono. Sarà interessante vedere quali chiavi di lettura l'ala femminile darà a ciascuna di esse ...
Mi riprometto, in futuro, di ritornare su argomenti simili dando un taglio diverso al ciclo magari con l'aiuto delle donne del cineforum.
Si inizia con "Io la conoscevo bene" di Antonio Pietrangeli e si prosegue con "Angela" di Roberta Torre e "Il resto di niente" di Antonietta De Lillo.
Buona visione a tutti
Un'altra sottile linea è quella che lega l'ultimo film del ciclo "Moravia" al primo di questo: in entrambi c'è Stefania Sandrelli. Nel "Il Conformista" era Giulia, la moglie di Marcello, qui la ritroviamo (più giovane) nei panni di Adriana, una provinciale in cerca di fortuna a Roma. Dopo "Sedotta e abbandonata" di Pietro Germi del 1964 questo è il secondo ruolo importante della Sandrelli che poi diverrà una delle attrici più richieste dal cinema italiano.
Io la conoscevo bene
Regia: Antonio Pietrangeli
Soggetto: Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola
Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola
Fotografia: Armando Nannuzzi
Musiche: Piero Piccioni
Montaggio: Franco Fraticelli
Scenografia: Maurizio Chiari
Interpreti e personaggi: Stefania Sandrelli (Adriana Astarelli), Nino Manfredi (Cianfanna), Ugo Tognazzi (Baggini), Franco Fabrizi (Paganelli), Turi Ferro (Il commissario), Franco Nero (Italo), Jean-Claude Brialy (Dario Marchioni), Mario Adorf (Emilio Ricci), Enrico Maria Salerno (Roberto)
Produzione: Ultra (Roma), Les Films du Siècle (Parigi), Roxy Film (Monaco)
Distribuzione: Cineteca Nazionale
Origine: Italia
Anno: 1965
Durata: 122'
"Io la conoscevo bene" è ciò che dicono molti quando certi personaggi, le ragazze bruciate verdi dell’ambiente cinematografico romano, finiscono sulle cronache per uno scandalo o un suicidio. L’idea maturò in Pietrangeli ai tempi del processo Montesi, che portò alla ribalta il sottobosco della dolce vita e allineò un buon numero di tipi di uno squallore paradigmatico.
Dal pistoiese, Adriana arriva a Roma armata di bellezza, ingenuità, tenera ignoranza, desideri trasparenti e capacità di slanci affettivi. A poco a poco Adriana scivola, diviene come un oggetto, passa da un uomo all’altro con la stessa indifferenza con cui cambia mestiere. Parrucchiera, maschera in un cinema, cassiera in un bowling, la sua vita è una collezione di cotte per tipi che le sembrano meravigliosi, di passive accettazioni di maneschi dongiovanni, di umiliazioni che appena ne scalfiscono la vergogna. Amica del sole e del neon, fanatica del giradischi, vive alla giornata senza nemmeno la tagliente ambizione dell’arrivista; ma ogniqualvolta le si schiude un orizzonte, si consegna tutta intera alla speranza d’un grande futuro.
Mamma Roma

Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti
Fotografia: Tonino Delli Colli
Scenografia: Flavio Mogherini
Musica: Antonio Vivaldi (coordinatore alla musica: Carlo Rustichelli)
Montaggio: Nino Baragli
Interpreti e personaggi: Anna Magnani (Mamma Roma), Ettore Garofolo (Ettore), Franco Citti (Carmine), Silvana Corsini (Bruna), Luisa Orioli (Biancofiore)
Produzione: Alfredo Bini per l'Arco Film
Origine: Italia, 1962
Durata: 114'
Roma Garofalo, detta Mamma Roma, è una prostituta che decide di cambiare vita e di riprendersi il figlio Ettore, vissuto a Guidonia in pensione. La donna ha comperato una casa di nuova costruzione e ha preso la licenza per un banco di frutta al mercato con l'intenzione di dare inizio ad una nuova vita con Ettore. L'ambizione di Roma è inserire suo figlio nella cosiddetta società "perbene" ma lui, rimasto analfabeta e senza aver imparato alcun mestiere, si mette nei guai ...
Angela
Regia: Roberta Torre
Soggetto: Roberta Torre
Sceneggiatura: Roberta Torre, Massimo D'Anolfi
Interpreti e Personaggi: Donatella Finocchiaro (Angela), Andrea Di Stefano (Masino), Mario Pupella (Saro), Erasmo Lobello (Mimmo), Matteo Gulino (Paolino), Toni Gambino (Santino), Giuseppe Pettinato (Raffaele Santangelo), Maria Mistretta (Minica)
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Roberto Missiroli
Effetti speciali: Mauro Vicentini
Musiche: Andrea Guerra
Scenografia: Enrico Serafini
Costumi: Enrico Serafini
Casa di produzione: Rita Rusic Company, Movie Web, Sister Film
Durata: 95'
Origine: Italia, 2002
Angela, nata in una famiglia di onesti lavoratori a Ballarò (il quartiere del mercato di Palermo), è attratta dal lusso, dalle moto di grossa cilindrata e dal gusto per il rischio. A vent'anni sposa Saro e con lui condivide una vita fatta di traffico di droga e guadagni facili e si mette contro la sua famiglia. Quando conosce Masino, pensa che sia uno sbirro ma, una volta che lui è diventato il braccio destro di suo marito, tra i due nasce un'attrazione irresistibile e tormentata. Ma nel loro mondo le regole sono scritte dagli uomini che sono assai spesso costretti a rinunciare ai propri sentimenti.
"Conosco Angela da tanti anni - ha detto Roberta Torre -. Conosco quindi bene i suoi trascorsi. Per fare il mio film ho letto accuratamente anche gli atti processuali, ma devo dire che mi interessava di più il racconto vissuto in prima persona. Dedico infatti il mio film a lei, Angela. Senza la sua memoria emotiva il risultato sarebbe stato più vicino ad un documentario-verità".
Il resto di niente
Regia: Antonietta De Lillo
Soggetto: Enzo Striano (romanzo), Antonietta De Lillo, Giuseppe Rocca
Sceneggiatura: Giuseppe Rocca, Laura Sabatino, Antonietta De Lillo
Interpreti e personaggi:Maria De Medeiros (Eleonora Fonseca Pimentel), Rosario Sparno (Gennaro), Raffaele Di Florio (Sanges), Imma Villa (Graziella), Enzo Moscato (Filangieri)
Fotografia: Cesare Accetta
Montaggio: Giogiò Franchini
Costumi: Daniela Ciancio
Musiche: Daniele Sepe
Scenografia: Beatrice Scarpato
Durata: 103'
Origine: Italia, 2004
Verso la fine del 1700 una nobildonna portoghese apparentemente fragile, sposa le idee della rivoluzione, pur avvertendone i limiti e i punti deboli, e decide di lottare per l'affermazione di questi ideali. Nel tentativo di scuotere anche Napoli al vento rivoluzionario che in quel momento soffiava in Europa, all'età di 47 anni finisce sul patibolo, travolta insieme a centinaia di suoi compagni dal furore della rappresaglia borbonica. Questa donna è Eleonora Pimentel de Fonseca, poetessa, scrittrice, giornalista, un'intellettuale coraggiosa...
Tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano e presentato fuori concorso alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Il resto di niente è un’opera di ricerca del tempo perduto, filtrata dai ricordi e dalle sensazioni della protagonista, che, affiancata dalla metafisica presenza tutelare del defunto filosofo Gaetano Filangieri, ispiratore del movimento rivoluzionario napoletano, ripercorre i passaggi salienti, dalla giovinezza fino alla morte, della sua vita a Napoli. La vicenda è ripercorsa attraverso i ricordi di Eleonora, che, a poche ora dalla propria impiccagione, compie un “viaggio” interiore nella propria esperienza. I tempi del film non sono, dunque, quelli della Storia, ma quelli dell’anima che si prepara ad affrontare la morte.