Stagione 2017-2018
Blade Runner (The Final Cut)
Titolo originale: Blade Runner
Regia: Ridley Scott
Soggetto: Philip K. Dick
Sceneggiatura: Hampton Fancher, David Webb Peoples
Fotografia: Jordan Cronenweth
Montaggio: Terry Rawlings, Marsha Nakashima
Scenografia: Jordan Cronenweth
Effetti speciali: Douglas Trumbull
Musiche: Vangelis
Interpreti e personaggi: Harrison Ford (Rick Deckard), Rutger Hauer (Roy Batty), Sean Young (Rachael), Daryl Hannah (Pris), Brion James (Leon), Joanna Cassidy (Zhora), Edward James Olmos (Gaff), M. Emmet Walsh (cap. Harry Bryant), Joe Turkel (dott. Eldon Tyrell), William Sanderson (J.F. Sebastian), Morgan Paull (Holden), James Hong (Hannibal Chew), Hy Pyke (Taffey Lewis), Ben Astar (Abdul Ben Hassan)
Produzione: USA, 1982
Durata: 117 min
In una Los Angeles brulicante, immensa e situata nel futuro prossimo, un ex detective della polizia (Harrison Ford), specializzato nella caccia e nel "ritiro" di replicanti ribelli, viene richiamato in servizio per scovarne quattro, evasi da una colonia extraterrestre. Questa volta, la sua vita ne uscirà del tutto cambiata.
L'idolo delle donne
Titolo originale: The Ladies' Man
Regia: Jerry Lewis
Soggetto: Jerry Lewis, Bill Richmond
Sceneggiatura: Jerry Lewis, Bill Richmond
Fotografia: W. Wallace Kelley
Montaggio: Stanley E. Johnson
Musiche: Walter Scharf
Interpreti e personaggi: Jerry Lewis (Herbert H. Heebert), Helen Traubel (Helen Wellenmellen), Pat Stanley (Fay), Kathleen Freeman (Katie), Buddy Lester (Willard C. Gainsborough), George Raft (se stesso), Sylvia Lewis (Miss Cartilagine), Marty Ingels (se stesso), Gloria Jean (Gloria)
Produzione: USA, 1961
Durata: 106 min
"Il film che state per vedere non è vero, sono stati cambiati soltanto i nomi, visto che gli avvocati erano molto preoccupati".
[Didascalia d'apertura del film]
Herbert (Jerry Lewis) è un giovane studente che, a causa di una grande delusione sentimentale, ha deciso di non occuparsi più del gentil sesso. Ma finisce a lavorare, unico maschio, in un collegio femminile. Qui combina ogni sorta di guai ma, alla fine, diventa amico delle ragazze e fidanzato della più bella.
Scoppiettante seconda regia di Jerry Lewis.
Monty Python - Il senso della vita
Titolo originale: Monty Python's The Meaning of Life
Regia: Terry Jones
Soggetto e Sceneggiatura: Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin
Fotografia: Peter Hannan, Roger Pratt
Montaggio: Julian Doyle
Musiche: John Du Prez (musiche), Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin (testi)
Scenografia: Harry Lange
Interpreti e personaggi: Graham Chapman (ruoli vari), John Cleese (ruoli vari), Terry Gilliam (ruoli vari), Eric Idle (ruoli vari), Terry Jones (ruoli vari), Michael Palin (ruoli vari), Carol Cleveland (ruoli vari), Simon Jones (Jeremy Portland-Smythe), Patricia Quinn (Sig.ra Williams)
Produzione: GB, 1983
Durata: 107 min
I Monty Python affermano: "Abbiamo chiesto a molta gente: qual'e' il senso della vita? Nessuno ci ha dato una risposta. Probabilmente abbiamo rivolto loro una domanda sbagliata".
Ultimo film dei Monty Python composto da una serie di sketch ...
Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 1983
Brian di Nazareth
Titolo originale: Monty Python's Life of Brian
Regia: Terry Jones
Soggetto e Sceneggiatura:Terry Jones, Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Michael Palin
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: Julian Doyle
Musiche:Geoffrey Burgon
Interpreti e personaggi: Graham Chapman (Brian Cohen/2º Re Magio/Marco Pisellonio), John Cleese (Reggie/centurione/1º Re Magio/lapidatore/capo della "Compagnia per la Galilea Libera), Michael Palin (Francis/Ponzio Pilato/3º Re Magio/Sig. Nasone/ex lebbroso/profeta noioso/centurione delle crocefissioni), Eric Idle (Stan/Sig. Cheeky/Donna che lancia la prima pietra/Harry il venditore/Warris/giovane petulante/carceriere balbuziente/Otto/uomo crocifisso che canta), Terry Jones (Mandy Cohen, madre di Brian/buon samaritano/vecchio eremita), Sue Jones-Davies (Judith),Terence Bayler (Gregory), John Case (un gladiatore), Carol Cleveland (signora Gregory), Terry Gilliam (1° spettatore del "Discorso delle beatitudini"/rivoluzionario/carceriere ritardato)
Produzione: GB, 1979
Durata: 94 min
La vita e la morte di un contemporaneo di Gesù secondo i Monthy Python (qui ancora al completo). Esilarante soprattutto nella versione originale, ed uscito in Italia con oltre dieci anni di ritardo, verosimilmente per timori nei confronti della Chiesa Cattolica.
Chinatown
Titolo originale: Chinatown
Regia: Roman Polański
Soggetto: Robert Towne
Sceneggiatura: Robert Towne
Fotografia: John A. Alonzo
Montaggio: Sam O'Steen
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: Richard Sylbert
Effetti speciali: Logan Frazee
Interpreti e personaggi: Jack Nicholson (Jake "J.J." Gittes), Faye Dunaway (Evelyn Cross Mulwray), John Huston (Noah Cross), Perry Lopez (Tenente Lou Escobar), John Hillerman (Yelburton), Darrell Zwerling (Hollis Mulwray), Diane Ladd (Ida Sessions), Roy Jenson (Mulvihill), Roman Polański (Uomo col coltello), Cecil Elliott (Emma Dill), Burt Young (Curly), Bruce Glover (Duffy), Joe Mantell (Walsh)
Produzione: USA, 1974
Durata: 130 min
Ingaggiato per una questione di infedeltà coniugale, il detective Gittes si accorge di essere in realtà lo strumento di una macchinazione ai danni di un funzionario comunale che ha scoperto un traffico illecito di acqua della rete pubblica ...
Chinatown è fondamentalmente un lamento. Piange la morte dell'eroe: l'eroe simbolico che alla fine rimane paralizzato, privo di difese, mostrato come un uomo bloccato e sconfitto dal 'sistema'. Jake è un detective che per poco tempo esce dal suo ruolo; Evelyn è una nevrotica condannata che non potrà salvarsi. Ma queste rivelazioni conclusive non li ridimensionano. Essi, forse grazie alla simpatia che ispirano, forse attraverso il supporto iconografico del genere, conservano ancora una statura che esprime qualcosa di più del pathos. [...] I detrattori di Polanski spesso citano la sua crudeltà: Robin Wood lo colloca senza fare distinzioni tra quei registi che definisce emozionanti ma inumani, 'masochisticamente indulgenti nel dolore'. [...]
In realtà un regista inumano non avrebbe potuto renderci così partecipi del destino di Jack ed Evelyn come ha fatto Polanski; un regista inumano non avrebbe manifestato la stessa presa di distanza da quelle forze negative che portano alla sconfitta.
[...] Polanski non esprime semplicemente un nostalgico sentimento di pietà. Con la sua maniacale precisione e il suo cinico umorismo ci spinge inesorabilmente verso la colpa e la disperazione.
Mike Willmington, Roman Polanski's "Chinatown", "Velvet Light Trap", n. 13, autunno 1974
Chinatown appare come un ultimo grande film hollywoodiano. Fatto da un europeo, Polanski, mitteleuropeo come tanti altri grandi di Hollywood, da Lang a Sirk a Siodmak a Wilder a Curtiz. Un grande film hollywoodiano per la coscienza spettacolare che dimostra, per l'uso dei mezzi a disposizione, attori compresi,. Hollywoodiano perché non è un film 'su Hollywood' (se mai è sull'America), perché è un film di genere che non si riduce a strizzare l'occhio al genere e perché è il primo film che supera il genere nostalgico rétro (Bogdanovich, Pollack, Roy Hill) pur adottandone alcune convenzioni: è insomma sì un film in costume, che rifiuta però di soffermarsi pesantemente sull'operazione. Il genere rétro è qui un lontano sfondo, come il West di Duello al sole di King Vidor.
[...] Polanski usa l'armamentario rétro come se fosse l'unico, in un certo senso, per fare un film 'contemporaneo', cioè che sia definibile tale nel confronto con film che partono da scenografie e materiali simili, e non contemporaneo solo perché la vicenda si svolge nel 1975 o nel 2345. Quanto al 'poliziesco' solo Moravia può scandalizzarsi per le 'licenze sottoculturali' di Polanski, essendo abituato a considerarlo un autore-feticcio del 'cinema d'autore'. Non è un caso se questo è (con Rosemary's Baby) il migliore Polanski.
Enrico Ghezzi, Note su "Chinatown", "Il Falcone Maltese", n. 6, 1975