Solo gli stronzi muoiono

Romanzo popolare

Regia: Mario Monicelli
Soggetto e Sceneggiatura: Age, Scarpelli, Mario Monicelli
Fotografia: Luigi Kuveiller
Musiche: Enzo Jannacci
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Lorenzo Baraldi
Interpreti e personaggi: Ugo Tognazzi (Giulio Basletti), Ornella Muti (Vincenzina Rotunno), Michele Placido (Giovanni Pizzullo), Pippo Starnazza (Salvatore), Nicolina Papetti (Moglie di Salvatore), Vincenzo Crocitti, Alvaro Vitali, Beppe Viola
Origine: Italia, 1974
Durata: 102'

David di Donatello 1975: migliore sceneggiatura

 

Metalmeccanico dell'hinterland milanese, cinquantenne e scapolo, sposa una ragazza del Sud che diciassette anni prima aveva tenuto a battesimo a Montecagnano in provincia di Avellino. Presto nasce un figlio, e Vincenzina resta in casa ad accudirlo. Giulio conosce Giovanni, un giovane poliziotto ferito negli scontri, che diventa suo amico e comincia a frequentarne la casa. Tra Giovanni e Vincenzina nasce inevitabilmente una love-story, e quando Giulio li scopre, dapprima cerca di controllarsi, poi perde le staffe dopo aver ricevuto una lettera anonima (in realtà scritta dallo stesso Giovanni), manda fuori di casa moglie e bambino e tenta il suicidio. Cambia però idea e decide di vendicare il proprio onore, uccidendo Giovanni.
La scena de litigio tra i due, che avviene nel pied à terre di Giovanni, in cui ciascuno rivendica Vincenzina come "roba sua", viene sentita dalla ragazza. Stanca di essere contesa dai due come una proprietà, la donna va a cominciare da sola col figlioletto una nuova vita indipendente nella quale, forse, l'ex marito ormai in pensione troverà posto come amico.

I temi che tocca (emancipazione femminile; conflitto tra Nord e Sud; omologazione nei comportamenti proletari) ne fanno un tipico film nazional-popolare nel senso migliore. Romanzo Popolare fu uno dei maggiori successi della stagione 1974-75, incassando più di un miliardo e mezzo di lire dell'epoca. Grazie al perfetto impianto scenografico di Lorenzo Baraldi, il film descrive perfettamente gli ambienti e il costume degli anni'70. La maggior parte delle scene sono state girate nel caseggiato popolare della Nuova Torretta a Sesto San Giovanni. Le scene fuori dalla fabbrica sono state girate a Milano, nel quartiere di Lambrate, presso la ex Innocenti.

Ai dialoghi hanno collaborato, anche se non accreditati, Beppe Viola e Enzo Jannacci. In particolare il linguaggio sindacal-politichese di Tognazzi è infarcito di metafore calcistiche scritte da Beppe Viola che si ritaglia una piccola parte. E' lui la maschera "democratica e cristiana" nella scena del cinema. Si narra che il dialogo tra lui e Tognazzi sia stato completamente improvvisato.

«Vincenzina, davanti alla fabbrica», canta Enzo Jannacci. In quella canzone c’è umorismo e disagio, quasi dolore. C’è un’amarezza sociale. Questo film è la storia dell’amore tra chi ha di meno. È un film sugli operai, proprio come "La classe operaia va in Paradiso". Ma è anche una commedia italiana. Che fa ridere, ma anche pensare. (Ualter Weltroni)

"Se una donna ha deciso di smammare allora bisogna essere un pochino brillanti: presentarsi a centrocampo e salutare ..."

(Giulio Basletti) 

I compagni

Regia: Mario Monicelli
Soggetto e Sceneggiatura: Age, Scarpelli, Mario Monicelli
Fotografia: Giuseppe Rotunno
Musiche: Carlo Rustichelli
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Mario Garbuglia
Costumi: Piero Tosi
Interpreti e personaggi: Marcello Mastroianni (Prof. Sinigaglia), Renato Salvatori (Raoul), Annie Girardot (Niobe), Gabriella Giorgelli (Adele), Folco Lulli (Pautasso), Bernard Blier (Martinetti), Raffaella Carrà (Bianca), François Perier (maestro Di Meo), Vittorio Sanipoli (cavalier Baudet), Mario Pisu (l'ingegnere), Franco Ciolli (Omero)
Origine: Italia/Francia/Jugoslavia, 1963
Durata: 128'

Nastro d'argento 1964 come migliore attore non protagonista a Folco Lulli

 

Alla fine del secolo scorso, in un'industria tessile torinese, un grave incidente è la scintilla che fa scoppiare le prime proteste operaie contro le inumane condizioni di lavoro. La protesta si trasforma in un durissimo sciopero, guidato del professor Sinigaglia, durante il quale un operaio muore. Gli operai rientrano in fabbrica, sconfitti, ma con un filo di speranza.

I compagni è stato il film della sua vita - ha detto Gianni Amelio - Mi ricordo che uscì durante le feste di Natale e disorientò il pubblico che si aspettava qualcosa di più di leggero. Sui cartelloni pubblicitari dovettero incollare una fascetta che recitava "Sciopero con i baffoni", per far capire che si rideva. Io credo che Mario abbia sempre sofferto l'incomprensione della critica alta. Un certo tipo di cinema veniva visto sempre in maniera straniata da certi giornalisti che consideravano la commedia solo dal punto di vista consumistico. Finalmente, quando ha diretto un film con un tema importante come le lotte sindacali, ha sentito l'orgoglio.
Facile dire perché Monicelli l’amava: il film trasuda di passione politica, sta dalla parte giusta con orgoglio e decisione
(i deboli, sempre e comunque) e, seppur con qualche sottolineatura fin troppo didascalica o retorica, è una storia cruda e fiera su cosa vuol dire impegnarsi civilmente in questo Paese.

 

Speriamo che sia femmina

Regia: Mario Monicelli
Soggetto: Tullio Pinelli
Sceneggiatura: Mario Monicelli, Tullio Pinelli, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Suso Cecchi d'Amico
Fotografia: Camillo Bazzoni
Musiche: Nicola Piovani
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Enrico Fiorentini
Interpreti e personaggi: Liv Ullmann (Elena), Catherine Deneuve (Claudia), Philippe Noiret (il conte Leonardo), Giuliana De Sio (Franca), Stefania Sandrelli (Lori Samuelli), Bernard Blier  (Zio Gugo), Giuliano Gemma (Guido Nardoni), Athina Cenci (Fosca), Paolo Hendel (Mario Giovannini), Lucrezia Lante della Rovere (Malvina), Adalberto Maria Merli (Cesare Molteni)

 

In un casale della campagna toscana vive Elena, moglie separata del conte Leonardo. Con lei sono la figlia minore, un vecchio zio, l'amministratore e la domestica Fosca con la figlioletta. Il conte Leonardo, sempre a caccia di soldi, si presenta al casale con l'amante per chiedere l'ennesimo prestito alla ex moglie. Anche la figlia maggiore raggiunge il casale con il fidanzato. In un incidente d'auto muore Leonardo ed Elena vuole vendere la tenuta. Ma quando il contratto è già pronto, la figlia maggiore lascia il fidanzato, la minore torna da Roma, Fosca rinuncia a raggiungere il marito in Australia, perché scopre che laggiù si è già rifatto una famiglia