Truffaut/Doinel

Introduzione

CICLO TRUFFAUT / ANTOINE DOINEL

E’ un caso unico nel cinema mondiale, quello di accompagnare un personaggio, affidandolo sempre allo stesso attore (Jean-Pierre Léaud), dalla prima adolescenza al primo amore (Antoine e Colette), al matrimonio ed altre avventure (Baci rubati e Domicile conjugal), fino a una maturità in cui l’amore “fugge”. Vedendo questi film in progressione nella completezza del ciclo, si capirà anche meglio come l’autobiografismo, forte senza dubbio al principio, si attenui cammin facendo e, in altri termini, come sempre meno si tratti di Truffaut e sempre più del suo ‘alter ego’, indipendente da lui.

 

Il personaggio di Antoine Doinel è sempre lì che corre, sempre in ritardo, ha sempre tanta fretta : la fuga, per lui, va presa in tutti i sensi :fuga dall’attimo presente, sempre proiettato nel futuro, sempre ansioso (mai contento!), mai tranquillo; ma anche nel senso dell’amore che fugge … e anche la fuga in treno; si può cercare di fuggire dai propri guai, ma ti vengono dietro e ti perseguitano, ecc. C’è la fuga dal disegnatore … la prospettiva … fuga … Ma forse le donne sono magiche? Antoine dovrebbe smettere … di fuggire … saper cogliere il presente … smetterla di regolare i suoi conti con la madre attraverso tutte le ragazze che incontra …

[estratto da una lettera ad Alain Souchon – da Autoritratto di François Truffaut, ed. Einaudi]

 

Leggi tutto: Introduzione

François Truffaut

François Truffaut nasce a Parigi, nel quartiere di Pigalle, il 6 febbraio 1932.

All'età di quattordici anni abbandona la scuola e, l'anno successivo, dopo un tentativo di fuga, viene rinchiuso nel riformatorio di Villejuif.

Nel 1951 Truffaut, che già aveva iniziato a scrivere i primi articoli per La Gazette du cinéma, la rivista fondata da Eric Rohmer, in seguito a una delusione d'amore si arruola per l'Indocina.

Imprigionato per diserzione, riesce a farsi riformare grazie all'aiuto di André Bazin che, due anni dopo, gli apre le porte dei Cahiers du cinéma, cui già collaboravano Rohmer, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard, Claude Chabrol.

Sulle pagine della rivista, Truffaut precisa le sue posizioni critiche, scagliandosi contro la tradizione consolidata del cosiddetto "cinema di qualità francese", e il suo articolo Une certaine tendance du cinéma français suona, nel 1954, come il manifesto dell'imminente Nouvelle Vague.

Meno "teorico" di Rohmer e Rivette, meno "ideologico" di Godard, sulle pagine dei Cahiers e su Arts, Truffaut precisa - accanto alla "politique des auteurs" - quella che lui definisce la "politique des copains", battendosi per imporre la presenza del nuovo gruppo all'interno del cinema francese, difendendo strenuamente le opere che gli amici della Nouvelle Vague iniziavano a realizzare, non esitando a collaborare alla buona riuscita dei film degli altri.

Esordisce come regista e sceneggiatore nel 1955, con La visita. Dopo Anni difficili (1957) debutta anche come attore.

È il 1959 e la pellicola I quattrocento colpi non può che rievocare quella sua infanzia infelice, da cui fuggire al più presto. Segue un ciclo di film caratterizzato da temi cui il regista transalpino rimane sempre legato: l'amore e la difficoltà della vita di coppia, l'infedeltà, il tempo che trascorre e l'angoscia delle morte, le suggestioni letterarie, il fascino dello spettacolo e della messinscena, il gusto per la citazione dal cinema classico americano, l'ironia e la voce over di commento.

Tutto ciò è facilmente riscontrabile in Jules et Jim (1961), L'amore a vent'anni (1962), Baci rubati (1968), La mia droga si chiama Julie, Il ragazzo selvaggio e Non drammatizziamo... è solo questione di corna! (1970), Effetto notte (1973) - forse il suo lavoro più famoso - Adele H., una storia d'amore (1975), Gli anni in tasca (1976), L'uomo che amava le donne (1977), La camera verde (1978) e L'amore fugge (1979).

Come attore è uno tra gli interpreti del famoso film di fantascienza Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977).

Muore nel 1984, all'età di cinquantadue anni, per un male incurabile (tumore al cervello).

I Quattrocento Colpi

I quattrocento colpi – Les quatre-cents coups (1959)

Durata: 101’

Soggetto: François Truffaut

Sceneggiatura: François Truffaut e Marcel Moussy

Musica: Jean Constantin

Jean-Pierre Léaud (Antoine Doinel)
Albert Rémy (il signor Doinel)
Claire Maurier (la signora Doinel)
Patrick Auffay (René Bigey)
Guy Decomble (il professore)

Antoine et Colette

Antoine e Colette - Antoine et Colette (1962)

Episodio de “L’amour à vingt ans” (L’amore a vent’anni)

Soggetto: François Truffaut

Sceneggiatura: François Truffaut

Musica: Georges Delerue ; voce fuori campo : Henri Serre

Jean-Pierre Léaud (Antoine Doinel)
Marie-France Pisier (Colette)
Patrick Auffray (René)
Rosy Varte (madre di Colette)
François Darbon (padre di Colette)

Baci Rubati

Baci rubati – Baisers volés (1968)

Durata: 90’

Soggetto e sceneggiatura: François Truffaut, Claude de Givray e Bernard Revon

Musica: Antoine Duhamel (la canzone “Que reste-t-il de nos amours?” è di Charles Trenet)

Jean-Pierre Léaud (Antoine Doinel)
Claude Jade (Christine Darbon)
Daniel Ceccaldi (Lucien Darbon)
Claire Duhamel (la sig.ra Darbon)
Delphine Seyrig (Fabienne Tabard)
Michael Lonsdale (M.Georges Tabard)