Monica Vitti
L'avventura
L'eclisse
Titolo originale: L'eclisse
Regia: Michelangelo Antonioni
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Elio Bartolini, Ottiero Ottieri
Fotografia: Gianni Di Venanzo
Montaggio: Eraldo Da Roma
Musiche: Giovanni Fusco
Scenografia: Piero Poletto
Interpreti e personaggi: Monica Vitti (Vittoria), Alain Delon (Piero), Francisco Rabal (Riccardo), Louis Seigner (Ercoli), Lilla Brignone (madre di Vittoria), Rossana Rory (Anita), Mirella Ricciardi (Marta), Cyrus Elias (ubriaco)
Produzione: Italia/Francia, 1962
Durata: 118 min
Dopo una delusione amorosa, Vittoria incontra Piero, un agente di borsa cinico e disinvolto. I due diventano amanti proprio all'indomani di un crollo in borsa nel quale la madre di Vittoria ha perso parecchi soldi in favore di Piero. Questo getta un ombra sul loro rapporto che si sfalda. Continuando nella sua analisi del disfacimento della borghesia italiana, Antonioni compone il secondo capitolo della sua trilogia sull'incomunicabilità ("La notte", "L'eclisse" e "Deserto rosso") con la "musa" e allora compagna di vita Monica Vitti.
A Firenze per vedere e girare l'eclisse di sole. Gelo improvviso. Silenzio diverso da tutti gli altri silenzi. Luce terrea, diversa da tutte le altre luci. E poi buio. Immobilità totale. Tutto quello che riesco a pensare è che durante l'eclisse probabilmente si fermano anche i sentimenti. E' un'idea che ha vagamente a che fare con il film che sto preparando, una sensazione più che un'idea, ma che definisce già il film quando ancora il film è ben lontano dall'essere definito. Tutto il lavoro venuto dopo, nelle riprese, si è sempre rapportato a quell'idea o sensazione o presentimento. Non sono più riuscito a prescinderne.
(M. Antonioni, 1964)
Deserto rosso
Regia: Michelangelo Antonioni
Soggetto: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
Fotografia: Carlo di Palma
Musiche: Giovanni Fusco e musiche elettroniche di Vittorio Gelmetti
Montaggio: Eraldo da Roma
Scenografia: Piero Poletto
Costumi: Gitt Magrini
Effetti: Franco Freda
Interpreti e personaggi: Monica Vitti (Giuliana), Richard Harris (Corrado Zeller), Carlo Chionetti (Ugo), Aldo Grotti (Max), Valerio Bartoleschi (Valerio), Xenia Valderi (Linda), Rita Renoir (Emilia), Emanuela Paola Carboni (la ragazza della fiaba), Giuliano Missirini (l'operaio del radiotelescopio), Lili Rheims (sua moglie)
Produzione: Italia-Francia, 1964
Durata: 120 min
Un incidente d'auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall'ambiente particolare in cui la professione del marito (ingegnere elettronico) la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di continua nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto verso la donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d'essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia.
Al suo nono lungometraggio, Michelangelo Antonioni abbandona con Deserto rosso, il bianco e nero per il colore: un colore non naturalistico ma astratto, inteso ad esprimere il rapporto tra le cose e lo stato psicologico dei personaggi, ed ottenuto dipingendo i muri, gli alberi, le case. Questa reinvenzione del paesaggio ravennate trovava riscontro nella sua devastazione da parte dei miasmi e degli spurghi del porto e delle fabbriche: il film, infatti, benché imperniato sul dramma della protagonista, intendeva sottolineare il legame tra l'alienazione industriale e la nevrosi individuale. Nel suo estremo rigore formale, il film non concede nulla allo spettacolo e - benché premiato con il Leone d'oro alla XXV Mostra di Venezia - si rivelò un pesante insuccesso commerciale.
C'è una ragione che mi fa considerare Deserto rosso come molto differente rispetto ai miei film precedenti: non parla di sentimenti. Arrivo a dire che i sentimenti non vi hanno niente a che vedere. Prima erano i rapporti dei personaggi che mi interessavano. Qui, il personaggio centrale è confrontato parimenti con il retroterra sociale, e questo fa sì che io tratti la mia storia in un modo assai diverso.
(M. Antonioni, ottobre-novembre 1964)
La ragazza con la pistola
Regia: Mario Monicelli
Soggetto: Rodolfo Sonego
Sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Luigi Magni
Fotografia: Carlo di Palma
Musiche: Peppino De Luca
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Giorgio Desideri
Costumi: Maurizio Chiari
Interpreti e personaggi: Monica Vitti (Assunta Patanè), Carlo Giuffrè (Vincenzo Macaluso), Stanley Baker (Dott. Osborne), Stefano Satta Flores (Cameriere al ristorante Capri), Corin Redgrave (Suicida), Anthony Booth (giocatore di rugby), Dominic Allan (Reginald Mc Kintosh), Deborah Stanford (Mrs. Mc Kintosh), Catherine Feller (Rosina), Helen Downing (Ada), Tiberio Murgia (picciotto), Aldo Puglisi (2° picciotto), Anastasia Stevens (ragazza inglese alla sala da ballo)
Produzione: Italia-Gran Bretagna, 1968
Durata: 102 min
Assunta, una ragazza siciliana molto legata alle tradizioni, accetta di farsi rapire da un uomo del suo paese, Vincenzo, di cui è segretamente innamorata, sperando in un matrimonio riparatore. Il giorno dopo, però, il seduttore, per evitare le conseguenze del suo gesto, fugge in Inghilterra. Assunta, decisa a difendere il proprio onore, lo insegue armata di pistola. Qui trova l'indirizzo di Vincenzo, ma lui riesce a sfuggirle. Mentre è sulle sue tracce Assunta conosce un dottore. Questi prende a cuore il suo caso e, a poco a poco, riesce a cambiare la sua mentalità. Ora è Vincenzo che, colpito dal cambiamento della ragazza, vuole sposarla. Commediola frizzante con una parte molto divertente ambientata nella Swinging London. Lanciò la Vitti come attrice comica.