Stelle Rosse
Stelle Rosse (Anche i comunisti sono andati nello spazio)
Fulgida espressione della fiducia nel Sol dell'Avvenire, i film di questo ciclo rappresentano al meglio gli ideali del comunismo utopico che non ha mai accettato i mortificanti dettami del realismo socialista.
Lontani anni luce dal grigiore conformista del cinema di propaganda i film del ciclo offrono la visione di un futuro colorato, avventuroso, aperto alla fratellanza dei popoli ed all'esplorazione dei misteri del cosmo. Il tutto condito con irresistibili ritmi beat, costumi sexy, ambienti lounge ed innovativi effetti speciali.
Eppure questi film non furono altro che la proverbiale punta di un iceberg della fantascienza, che non comprendeva solo la letteratura ma che coinvolgeva anche il ruolo di questo genere in rapporto alla cultura, alla società e alla politica di tutta l'ex Germania dell'Est. Sino all'alba del 1990, gli autori della Repubblica Democratica Tedesca avevano scritto più di 150 romanzi di fantascienza, senza contare numerosi libri per bambini, antologie, una collana a fumetti e centinaia di racconti brevi.
C'è da notare un paradosso che si venne a creare intorno alla letteratura di genere. A causa del ruolo centrale ricoperto dal progresso tecnologico nell'insieme del progetto comunista e del significato ricoperto dalla fantascienza nell'Unione Sovietica, il genere otteneva di volta in volta sia un appoggio manifesto che un sostegno indiretto. Allo stesso tempo i funzionari culturali,
i critici letterari e, soprattutto, i censori abbassavano la fantascienza al rango di una letteratura di seconda classe. Paradossalmente in questo modo gli scrittori di genere ottennero una maggiore autonomia narrativa e grazie alla poca stima di cui godevano venivano controllati meno severamente degli altri.
Un ruolo non secondario ebbero, inoltre, i fan club. I primi tentativi di fondare questi club, condussero negli anni Cinquanta all'arresto dei promotori. Nei tardi anni Sessanta i fan club si strutturano con grande successo su tutto il territorio consentendo ai loro membri di avere accesso ad edizioni rare e straniere di romanzi grazie alle loro fornite biblioteche.
Alcuni di questi circoli della fantascienza pubblicavano periodicamente l'equivalente delle newsletter attuali, muovendosi perlopiù nei circuiti underground della cultura. Il più famoso di questi, lo Stanislaw-Lem-Club, fu chiuso con la forza nel 1973 e il suo fondatore allontanato dopo che alcuni funzionari dello stato scoprirono nella biblioteca del circolo numerose edizioni straniere di romanzi occidentali. Dopo questo incidente, i fan club furono perseguiti legalmente sino alla metà inoltrata degli anni Ottanta. In seguito però ne sorsero immediatamente molti altri. L'Andymon-Fan-Club, per esempio, è ancora oggi attivo.
nano, nano, la tua mano
nano, nano, apri piano
nano, nano, batti il palmo
nano, nano, ora il fianco!
La Polvere delle Galassie
Titolo originale: Im Staub der Sterne
Regia: Gottfried Kolditz
Sceneggiatura: Gottfried Kolditz
Musik: Karl-Ernst Sasse
Drehbuch: Joachim Hellwig
Kamera: Peter Süring
Schnitt: Christa Hellwig
Interpreti: Jana Brejchova, Alfred Struwe, Ekkehard Schall, Milan Beli, Sylvia Popovici, Violeta Andrei
Produktion: DEFA (DDR)
Origine: Germania Est, 1976
Durata: 94'
In risposta a un segnale di soccorso, l'astronave Cyrno atterra sul pianeta TEM 4. L'equipaggio riceve un caloroso benvenuto dagli abitanti, che tuttavia negano di aver inviato una qualsiasi richiesta di aiuto. Prima di partire il comandante Akala accetta insieme ai suoi uomini l'invito del leader di TEM 4 a partecipare a una festa. Durante le celebrazioni, l'equipaggio della Cyrno viene drogato ....
Il film "Im Staub der Sterne" appartiene all storia, piuttosto breve, della fantascienza cinematografica della Germania dell'Est, comprendente sette film realizzati nell'arco di un quarto di secolo.
Sojux 111 - Terrore su Venere/Il pianeta morto
Titolo originale: Der Schweigende Stern
Regie: Kurt Maetzig
Drehbuch: Jan Fethke, Wolfgang Kohlhaase, Günter Reisch, Günther Rücker, Alexander Graf Stenbock-Fermor
Musik: Andrzej Markowski
Kamera: Joachim Hasler
Schnitt: Lena Neumann
Interpreti: Yoko Tani, Oldrich Lukes, Ignacy Machowski, Julius Ongewe
Origine: Germania Est, 1960 Colore
Durata: 90'
In un futuro prossimo l'umanità si sta preparando per la conquista di Marte. Il progetto subisce improvvisamente un arresto, quando, nel deserto del Gobi, viene ritrovato un frammento di un'astronave venusiana caduto sulla Terra nel 1908. L'obiettivo della missione viene quindi spostato su Venere, e la Cosmokrator 1 parte alla volta di quello che sembra essere un pianeta morto. "Il Pianeta morto" è anche il titolo italiano del romanzo Astronauci (1951) di Stanislaw Lem da cui il film è tratto.
La DEFA (un acronimo per Deutsche Film-AG, cioè Società del Cinema Tedesco) che ha prodotto il film impiegò tutte le sue risorse per la sua prima pellicola di fantascienza. Il film fu girato in uno spettacolare 70mm "Totalvision" (la risposta al "Cinemascope" occidentale) con una colonna sonora a 4 piste e con i colori lucidi della Agfacolor.
La pellicola non rappresentava soltanto un'impresa ambiziosa tecnicamente ed economicamente (era diventato il film più costoso della DEFA); con la corsa allo spazio avviata grazie al lancio dello Sputnik e la crisi di Berlino sullo sfondo, la DEFA doveva confrontarsi continuamente con un'atmosfera ideologicamente molto carica. I tentativi iniziali di rendere il film più coinvolgente con trovate comiche ed allusioni sessuali furono soffocati dalle politiche della Guerra Fredda e dai burocrati della cultura. Il progetto fu quasi annullato quando i responsabili della cultura della Repubblica Tedesca impedirono alla DEFA di cercare partner occidentali. La DEFA fu accusata, inoltre, di aver permesso che degli agenti cinematografici sospetti della Germania Occidentale si aggirassero senza controllo alcuno negli studi di Babelsberg.
Nella versioe definitiva di Sojux 111, il monito di avvertimento contro i pericoli della guerra atomica, allegorico ed universale nel romanzo da cui è tratto il film è stato rimpiazzato da un riferimento diretto al bombardamento di Hiroshima e dalla minaccia dell'imperialismo occidentale. Sojux 111 ricevette una calorosa accoglienza di pubblico in tutta l'Europa dell'Est, ed è stato anche uno dei pochi film della DEFA ad aver avuto una distribuzione in Occidente. In circostanze tuttora misteriose, e con il titolo "First Spaceship on Venus", raggiunse gli USA in una versione ritoccata. Le scene troppo critiche nei confronti degli USA furono censurate, mentre il capitano russo fu degradato in favore di un americano. Sojux 111 rimane comunque un film sorprendente dal punto di vista tecnico che può tranquillamente competere con molte produzioni occidentali, e una memoria storica di come, tanto da una parte quanto dall'altra, la Guerra Fredda cercò di sfruttare la cultura popolare per i propri fini politici.
(Sfefan Soldovieri) German University of Toronto
Nota: per coerenza con il titolo conferito al film Der Schweigende Stern al momento della sua prima distribuzione italiana è stata conservata la grafia errata "Sojux" (in alcune locandine scritto anche "Soyux"). In realtà la grafia esatta è "Soyuz", che in russo significa "unione". Soyuz è il nome del programma spaziale sovietico iniziato nei primi anni Sessanta, nonchè dei relativi vettori spaziali, il cui scopo era portare i primi astronauti sulla Luna.
Superman Vuole Uccidere Jessie
Titolo originale: Kdo chce zabít Jessii?
Regia: Václav Vorlí?ek
Sceneggiatura: Václav Vorlí?ek, Milos Macurek
Fotografia: Ian Nemecek
Montaggio: Jan Chaloupek, Jaromír Janácek
Musica: Svatopluk Havelka
Costumi: Karel Postrehovsky
Con: Dana Medrická, Jirí Sovák, Olga Schoberová, Juraj Višný, Karel Effa
Origine: Cecoslovacchia, 1966
Durata: ‘79
Il dottor Jindrich Beranek è un uomo di scienza: al momento è impegnato nella realizzazione del suo ultimo avanzato progetto, ovvero dei guanti antigravitazionali. Questo tuttavia non gli impedisce di diventare un avido lettore di fumetti, al punto da prendersi una vera e propria cotta per Jessie, sexy-eroina di una serie di avventure di fantascienza. La moglie di Jindrich, anche lei scienziata, ingelosita dalla fantasie del marito, lo obbliga a sottoporsi a un esperimento: dovrà collaudare il progetto al quale sta lavorando, ovvero lo studio dei desideri dell’inconscio. I risultati sono imprevisti e catastrofici: Jessie si materializza nella realtà e con lei anche due suoi acerrimi nemici, un supereroe e un pistolero.
Originale accostamento tra cinema e fumetti condotto con intenzioni dissacratorie. Nel sognografo si concretizza il potere di una società tecnocratica di pianificare il comportamento di ogni individuo, ma la fantasia dei protagonisti rompe gli schemi e sovverte l'ordine esistente. Gli uomini privi di fantasia, i potenti che demonizzano la creatività, e le mogli iperpossessive, soccombono di fronte alla natura eversiva dell'immaginazione.
Il film servito da una bella fotografia di Jan Nemecek - collaboratore anche del regista Milos Forman - vede nel cast Olga Schoberova, affascinante ragazzona bionda che alla Hammer ebbe una breve fortuna con lo pseudonimo di Olinka Berova.