Il resto di niente

Regia: Antonietta De Lillo
Soggetto: Enzo Striano (romanzo), Antonietta De Lillo, Giuseppe Rocca
Sceneggiatura: Giuseppe Rocca, Laura Sabatino, Antonietta De Lillo
Interpreti e personaggi:Maria De Medeiros (Eleonora Fonseca Pimentel), Rosario Sparno (Gennaro), Raffaele Di Florio (Sanges), Imma Villa (Graziella), Enzo Moscato (Filangieri)
Fotografia: Cesare Accetta
Montaggio: Giogiò Franchini
Costumi: Daniela Ciancio
Musiche: Daniele Sepe
Scenografia: Beatrice Scarpato
Durata: 103'
Origine: Italia, 2004

 

 

Verso la fine del 1700 una nobildonna portoghese apparentemente fragile, sposa le idee della rivoluzione, pur avvertendone i limiti e i punti deboli, e decide di lottare per l'affermazione di questi ideali. Nel tentativo di scuotere anche Napoli al vento rivoluzionario che in quel momento soffiava in Europa, all'età di 47 anni finisce sul patibolo, travolta insieme a centinaia di suoi compagni dal furore della rappresaglia borbonica. Questa donna è Eleonora Pimentel de Fonseca, poetessa, scrittrice, giornalista, un'intellettuale coraggiosa...

Tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano e presentato fuori concorso alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Il resto di niente è un’opera di ricerca del tempo perduto, filtrata dai ricordi e dalle sensazioni della protagonista, che, affiancata dalla metafisica presenza tutelare del defunto filosofo Gaetano Filangieri, ispiratore del movimento rivoluzionario napoletano, ripercorre i passaggi salienti, dalla giovinezza fino alla morte, della sua vita a Napoli. La vicenda è ripercorsa attraverso i ricordi di Eleonora, che, a poche ora dalla propria impiccagione, compie un “viaggio” interiore nella propria esperienza. I tempi del film non sono, dunque, quelli della Storia, ma quelli dell’anima che si prepara ad affrontare la morte.

Eleonora Pimentel Fonseca nasce nel 1752 a Roma da famiglia portoghese, si trasferisce bambina a Napoli dove riceve solida istruzione letteraria e scientifica. Sposata, per interesse, al greve conte Pasquale Tria de Solis, si separa da lui dopo solo due anni di violenze e umiliazioni, perdendo, tra l’altro, il suo unico bambino. Entrata in Arcadia e in altre accademie letterarie, scrive componimenti d’occasione per la famiglia reale e appoggia anche Ferdinando IV in una vertenza contro il tributo medievale della chinea; ma venuta, poi, in contatto con la filosofia e il pensiero politico d’oltralpe e profilatasi una netta frattura tra Monarchia e intellighenzia, aderisce al gruppo dei giacobini e viene imprigionata nel 1798. Scarcerata, con l’avanzare dei francesi e la fuga in Sicilia del re, ha un ruolo di primo piano nella presa di Castel S.Elmo e nella proclamazione della Repubblica partenopea.

Viene impiccata il 17 agosto del 1799, con i principali responsabili di quel colpo di Stato, che pur avendo patteggiato una resa onorevole con il Borbone, vengono condannati a morte, su istigazione di Orazio Nelson.