Ratataplan

Titolo originale: Ratataplan
Regia: Maurizio Nichetti
Soggetto: Maurizio Nichetti
Sceneggiatura: Maurizio Nichetti
Montaggio: Giancarlo Rossi
Fotografia: Mario Battistoni
Scenografia: Maria Pia Angelini
Costumi: Maria Pia Angelini
Musiche: Detto Mariano
Interpreti e personaggi: Maurizio Nichetti (Colombo), Angela Finocchiaro (la ragazza degli stracci), Edy Angelillo (la ragazza del robot), Lydia Biondi (la donna incinta), Roland Topor  (il boss), Giorgio White (il segretario del boss), Giorgio Caldarelli (uno dei Quelli di Grock), Enrico Grazioli (uno dei Quelli di Grock), Heidi Hansen (uno dei Quelli di Grock), Claudio Intropido (uno dei Quelli di Grock), Maruska Mottlova (uno dei Quelli di Grock), Osvaldo Salvi (uno dei Quelli di Grock), Serena Sartori (uno dei Quelli di Grock), Dario Sereni (uno dei Quelli di Grock), Umberto Gallone (il professore di danza), Ione Greghi (la proprietaria del chiosco)
Produzione: Italia, 1979
Durata: 95 min

Un film (quasi) senza dialoghi. Solo immagini per raccontare la vita scombinata dell’Ingegner Colombo, giovane laureato dalle occupazioni precarie, diviso tra un chiosco di bibite arroccato sulla montagnetta di San Siro e una scalcinata compagnia teatrale (Quelli di Grock), sempre in fuga dal suo pubblico inferocito. Per fortuna l’amore trionferà in un magazzino di stracci dopo che il suo Robot Avatar va in tilt durante una serata in discoteca.

Opera prima del trentenne Nichetti, Ratataplan è una commedia che si stacca nettamente dalla produzione italiana del periodo: è un film che si richiama più o meno esplicitamente a illustri precedenti del cinema comico americano (Keaton e Chaplin, le cui foto vediamo appese ai muri della casa della compagnia "Quelli di grock"), e che si fa apprezzare per la semplicità, l'inventiva e le trovate. Manca una vera e propria storia: è un susseguirsi di episodi, concatenati l'uno all'altro come i tasselli di un puzzle, in una Milano alienata e alienante, simbolo delle difficoltà della vita di ogni giorno alle soglie dei difficili anni '80, un tempo di angustie e paure che il folletto Nichetti 'dissacra' allegramente, con l'imperturbabilità della marionetta muta alla quale affida le sue fortune di attore. (Alfredo Baldi)

Curiosità: la parte centrale del film, quella in cui vediamo all'opera la compagnia teatrale Quelli di Grock, fu girata (in 16mm con il nome di Magic Show) per intero da Nichetti nell'estate dell'anno precedente e fu mostrata al produttore Cristaldi come biglietto da visita. A questi piacque e si decise a finanziare il film (100 milioni di budget) a patto che venisse girato di lì a poco. Peccato che fosse inverno e Nichetti, per non creare discontinuità con le altre parti del film, fu costretto a rigirare tutte le scene.

Premi: 1980 - Nastro d'argento come miglior regista esordiente