La caduta della casa Usher

Titolo originale: La Chute de la Maison Usher
Regia: Jean Epstein
Aiuto regista: Luis Buñuel
Soggetto: Edgar Allan Poe (romanzo)
Sceneggiatura: Jean Epstein
Fotografia: Georges Lucas
Scenografia: Pierre Kéfer
Cineoperatore: Jean Lucas
Costumi: Fernand Osché
Direttore di scena: Maurice Morlot
Interpreti e personaggi: Jean Debucourt (Sir Roderick Usher), Marguerite Gance (Lady Madeleine Usher), Charles Lamy (Allan, l'ospite), Fournez-Goffard (dottore), Luc Dartagnan (domestico)
Produzione: Francia, 1928
Durata: 61 min

 

 

In casa Usher il proprietario dipinge il ritratto della moglie Madeline, ed è come se la donna vivesse nel quadro. Quando lei muore, il marito non vuole assolutamente che la sua bara venga sigillata, ma soltanto ricoperta con un sottilissimo velo. Una notte di tempesta però nel sepolcro la bara cade a terra, le candele si rovesciano dando fuoco alla casa e Madeline appare. Mentre le fiamme devastanti divorano tutto, nel quadro la figura femminile è misteriosamente scomparsa.

L'azione si svolge da qualche parte nella campagna inglese, abbastanza lontano da qualsiasi città, all'inizio del XIX secolo. Alla base c’è il racconto omonimo di Edgar Allan Poe che si fonde con un altro dello scrittore statunitense, "Il ritratto ovale".
La caduta della casa Usher privilegia l’elemento percettivo. Sospeso tra ciò che accade e ciò che viene visto soprattutto da Roderick e il suo amico. E si vede già dall’arrivo all’esterno della dimora. Con la presenza della nebbia e del vento. Elementi atmosferici e naturali che possono essere assorbiti anche sulla pelle. Con gli oggetti che si muovono, con l’uso del ralenti (per ottenerlo si usa una cinepresa ad alta velocità) che trasforma ogni immagine in un ipnosi provvisoria.

Siamo all'inizio del 1928, Epstein ha solo trent'anni ma ha ben presente che si trova ad una svolta della sua carriera.
La sua casa di produzione è quasi al fallimento, il cinema sonoro è alle porte, deve chiudere questa fase in maniera degna. Grazie anche al sostegno di Abel Gance, utilizza le sue ultime risorse finanziarie per realizzare quella che viene considerata una sinfonia cinematografica, l'ultimo suo film da indipendente prima di aprire un nuovo capitolo.
Il film viene girato tra febbraio e maggio del 1928, per gli esterni girati di notte si sceglie la zona della Sologne e la Bretagna.  Gli interni, dove sono girate la maggior parte delle scene, sono costruiti negli studi Menchen et Eclair nel comune di Épinay-sur-Seine. Come assistente c'è per qualche settimana anche Luis Buñuel, ma Epstein lo congederà per divergenze di vedute. Alla première del film, il 4 ottobre 1928 allo Studio 28, presiede Abel Gance. Epstein è già a Ouessant (dipartimento di Finistère nella regione della Bretagna) dove sta preparando il nuovo film (Finis Terrae). Ha ormai girato pagina.