Zelig
Titolo originale: Zelig
Regia: Woody Allen
Soggetto e sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Gordon Willis
Montaggio: Susan E. Morse
Musiche: Dick Hyman
Scenografia: Mel Bourne
Costumi: Santo Loquasto
Interpreti e personaggi: Woody Allen (Leonard Zelig), Mia Farrow (Dott.ssa Eudora Nesbitt Fletcher), Garrett M. Brown (Zelig attore) Stephanie Farrow (Meryl Fletcher), Will Holt (Rally Chancellor), Sol Lomita (Martin Geist, amante di Ruth), John Rothman (Paul Deghuee, cugino di Eudora/Cameraman), Deborah Rush (Lita Fox, una moglie di Zelig), Marianne Tatum (Fletcher Attrice), Mary Louise Wilson (Ruth, sorellastra di Zelig), Susan Sontag (se stessa), Irving Howe (se stesso), Saul Bellow (se stesso), Ellen Garrison (Dott.ssa Eudora Fletcher anziana)
Origine: USA, 1983
Durata: 79'
Nell'America del 1928 il "caso" del momento è Leonard Zelig, un uomo vittima di una malattia ignota ai medici e che si manifesta in una trasformazione psicosomatica dei tratti secondo il contesto in cui l'individuo si trova. Solo una psichiatra, la dottoressa Eudora Fletcher, cerca l'origine del male in una direzione nuova, l'inconscio, ed inizia su di lui una nuova terapia. La diagnosi è una sindrome denominata "camaleontismo": l'uomo si protegge dalla perdita d'identità trasformandosi in chiunque gli stia vicino. Dalla sua malattia nasce una moda. Gli americani ballano al ritmo del "camaleonte" mentre i politici lo definiscono un simbolo di iniquità. Del successo di Zelig ne vuole approfittare la sorellastra intenta a trasformarlo in fenomeno da baraccone. Solo la dottoressa Fletcher è rammaricata, perché intuisce che l'inconscio di Zelig può essere seriamente compromesso: non avendo personalità, ha bisogno di essere amato e di vivere in un ambiente accogliente. Dopo un anno di frustrazioni, la psichiatra trova il modo di risolvere il caso ...
Un enorme lavoro di ricerca nelle cineteche a cui si aggiungono ad una serie di trucchi cinematografici attuati con minuziosa cura da Gordon Willis per "invecchiare"e "rovinare"la pellicola, un casting particolarmente difficile (tra sosia e facce d'epoca), una colonna composta da canzoni originali e reinventate (come Il ballo del camaleonte) danno solo parzialmente l'idea del lavoro profuso per questo film-mosaico.
Tutto è un crittogramma. Ad esempio nei nomi: Zeling in yiddish vuol dire "benedetto", mentre il nome della psichiatra Eudora fa pensare a una congiunzione tra "Eu" (buono, in greco) e Dora, la paziente preferita da Freud, quando in realtà è il nome (vero) di un'insegnante delle elementari di Allen.
La malattia di Zelig è un male che appartiene a ciascuno di noi. Nel film è portata all'estremo. Ovvero tutto ciò che può portare al conformismo ed infine al fascismo. Perciò ho scelto la forma del documentario: non volevo mostrare questo personaggio nel suo privato (Woody Allen, The New York Times, 1983)